Besozzo Superiore: i tesori che non ti aspetti

Besozzo Superiore: i tesori che non ti aspetti

Besozzo è una piccola cittadina a metà strada tra Varese e il Lago Maggiore, solitamente non segnalata nelle guide turistiche, piuttosto conosciuta invece, in zona, per i suo negozi.Eppure Besozzo è notevole sotto altri punti di vista…

In passato, grazie alla presenza del fiume Bardello, erano sorte molte attività manifatturiere, (c’erano soprattutto cartiere e cotonifici), mentre oggi il tessuto industriale si è decisamente ridotto.

Un aneddoto che va per la maggiore e che vale la pena raccontare, perché ha a che fare con l‘insubricità (perdonateci il neologismo) del territorio, riguarda l’origine del toponimo. Sembra che il nome Besozzo derivi da Besutium che a sua volta deriva da Besancon, una città francese. Come mai? Nel VI secolo, un gruppo di francesi, dopo il Sacco di Milano, sulla strada del ritorno verso la Gallia, sembra che abbia talmente gradito il posto da decidere di battezzarlo con questo nuovo nome e di stabilirsi qui con il bottino di guerra, costituito da 8000 prigioniere milanesi. Questa la leggenda, dunque.

La nostra Besutium, pur essendo piccola, si suddivide in due nuclei, Superiore ed Inferiore, e ha ben tre frazioni ovvero Bogno, Olginasio e Cardana, ognuna con una sua specificità. Parlate ad esempio con un residente di Cardana: vi dirà che è di Cardana, non di Besozzo!

Mentre Besozzo Inferiore corrisponde alla parte nuova della città, Besozzo Superiore costituisce invece il nucleo originario dell’abitato, e difatti qui si trovano gli edifici più significativi e degni di nota: il Castello Besozzi Cadario, medioevale, rifatto successivamente, il Palazzo Besozzi Maggi (sec. XVII, oggi Municipio), il Palazzo Besozzi Adamoli, Casa Bossi, Casa Besozzi Luini, Casa Contini e Cà Marchetta.

Che ricorra il nome Besozzi nella stragrande maggioranza dei nomi dei palazzi, questo non ci deve stupire: i Besozzi sono stati la casata più importante nella storia civica, avendo ricevuto, a partire dal Medioevo, la possibilità di ottenere dall’imperatore il controllo sul territorio. I Besozzi costruirono il Castello proprio allo scopo di sbarrare la valle del fiume Bardello, per difenderla meglio. Anche il Palazzo Besozzi Maggi ha un collegamento diretto con un giardino rivolto verso la valle del Bardello, e così anche altri Palazzi di proprietà della casata.
Nel centro storico pedonale vicino al Castello (contrada Portaccia) troviamo una piccola chiesa dedicata a S. Antonio Abate, e sappiamo che in passato lì vicino c’era anche una scuola teologale. Qui ogni anno, in occasione della festa di S. Antonio, c’è la benedizione degli animali, una cerimonia molto sentita in paese, allietata da un grandioso falò serale e da fuochi d’artificio.

Gli edifici religiosi più importanti sono però la Chiesa dei SS. Alessandro e Tiburzio del XVII secolo, imponente ed elegante allo stesso tempo, e l’Oratorio di San Nicone. La Chiesa è contigua all’Oratorio. Come mai la  chiesa è così grande? In passato la Chiesa era chiamata “Canonica”, vale a dire che era molto più importante delle altre chiese circostanti. La facciata della chiesa è del Seicento, anche se il fabbricato risale a molti secoli prima.

Anche l’Oratorio di San Nicone è di origine medievale ma poi è stato rifatto e ampliato nel 1685. Non è sempre aperto al pubblico, ma nelle occasioni in cui si può visitare, vale la pena di farlo, sia per venerare il corpo del Beato Nicone Besozzi, ancora oggi collocato in una teca al centro dell’altare, sia per ammirare i magnifici e coloratissimi affreschi di marca settecentesca dei fratelli Baroffio. Sotto la minaccia del Protestantesimo che stava cominciando ad aleggiare anche nella vicina Svizzera, San Carlo Borromeo aveva voluto una generale ristrutturazione di tutte le chiese della zona, e qui nello specifico aveva ordinato che si rinforzasse il culto del Beato Nicone, protettore contro le epidemie del bestiame, attraverso l’istituzione di un’apposita confraternita. Qui si costruì allora una piccola via Crucis e si ampliarono gli edifici circostanti per ospitare i religiosi ed il custode.