Carnevale di Varallo, ecco perché è importante
Carnevale di Varallo, ecco perché è importante
CARNEVALE DI VARALLO: UNO DEI PIU’ IMPORTANTI DEL PIEMONTE, ECCO PERCHE’
Il carnevale di Varallo è uno dei più importanti del Piemonte e ha una storia molto antica, che risale almeno al secolo scorso, visto che la maschera più tipica, quella di Marcantonio Carlavèe, ha 100 anni.
Ma festeggiamenti risalgono addirittura al 1595: a questa data, risulta che alcuni frati del Sacro Monte di Varallo siano stati sorpresi in maschera per festeggiare il carnevale!
Oggi il gruppo mascherato che sfila a Varallo è composto da dodici persone: oltre ai due personaggi principali (re Marcantonio e la sua compagna Cecca), ci sono anche quattro guardie, quattro damigelle, il capo delle guardie, due dignitari e il Gran Ciambellano, ovvero il cerimoniere di corte.
La Paniccia (in altre zone, una pietanza simile è chiamata paniscia, mentre in Canton Ticino c’è un più generico “risotto“) è un piatto attorno a cui ruota una manifestazione molto antica, simbolica di quella che è l’anima del territorio.
Si tratta di un ricco minestrone di riso e verdure preparato in piazza, cotto sul fuoco dentro enormi pentoloni, e poi distribuito alla popolazione il Martedì grasso, ovvero il giorno precedente l’inizio della Quaresima. Si tratta di un piatto caldo e ricco, che veniva distribuito gratuitamente ai poveri e ai carcerati della città.
Ormai è tradizione che anche i ristoranti della zona preparino la Paniccia durante le giornate di Carnevale: le versioni che trovate sono diverse, spesso la paniccia viene servita senza pancetta, in versione light, per venire incontro alle esigenze alimentari più in voga adesso.
Il lunedì grasso, giorno precedente la preparazione della Paniccia, a Varallo si festeggia la “Giornata della legna”, quando tutti si recano in frazione Crevola, al di là del ponte sul fiume Sesia, per prendere la legna per cucinare la Paniccia, senza pagare pedaggio.
Un altro evento molto antico è quella della “Veggia Pasquetta” (una sorta di gioebia) , che si festeggia nel giorno dell’Epifania (6 gennaio) e dà origine al carnevale del nuovo anno con un grande rogo nel greto del Mastallone (il torrente che separa la parte antica di Varallo da quella nuova).
La Gioebia (la Veggia qui a Varallo) è un po’ il simbolo del passaggio dal vecchio al nuovo, il rogo è di buon auspicio per il nuovo che avanza e distrugge il vecchio che è cattivo.
Risale invece all’inizio del ‘900 l’introduzione della Cecca, la compagna di Marcantonio.
Il “Ballo della Cecca” è una delle manifestazioni più sentite dalla popolazione, che attende impaziente di conoscere la nuova regina del carnevale, interpretata da una delle ragazze più belle della città.
Un’altra manifestazione che sottolinea l’aspetto caritativo del carnevale è la “Giobbiaccia”, in questo giorno ( il giovedì grasso dell’ultima settimana di carnevale) i giovani compongono una canzone in dialetto e la distribuiscono in cambio di offerte di beneficenza. La tradizione è nata in seguito ad un periodo catastrofico, nell’inverno 1865-66, quando un tremendo incendio bruciò una ventina di case gettando sul lastrico diverse famiglie del posto.