Castelseprio patrimonio Unesco: 22 foto per raccontarne la storia
Castelseprio patrimonio Unesco: 22 foto per raccontarne la storia
Il Parco Archeologico di Castelseprio con gli affreschi di Santa Maria Foris Portas ha un’importanza storica notevolissima, tanto è vero che è stato proclamato nel 2011 patrimonio Unesco. Eccone qui le ragioni accompagnate da un’ampia galleria fotografica.
“Castelseprio sia smantellata e perpetuamente resti tale, nè alcuno osi o presuma di potervi ancora abitare”
Con questa frase il Vescovo Ottone Visconti di Milano, nel 1287, decretava la fine di Castelseprio, il castrum (fortezza) sulla collina che da più di mille anni aveva governato su un grande e ricco territorio che comprendeva i laghi Maggiore, di Lugano e di Como e che era arrivato a controllare parte del Canton Ticino e del Novarese, oltre che tutta la provincia di Varese. Ottone Visconti concludeva così, nel modo più amaro, la sanguinosa battaglia contro la famiglia dei Torriani e decideva la fine di un centro militare, economico e sociale che per molti secoli era stato decisivo nelle vicende del nostro Paese, ma che si era posto in pericolosa antitesi contro Milano.
Ora dell’antico centro di Castelseprio sono rimaste le pietre in loco, ed alcuni reperti sono visibili nel vicino Antiquarium
Pietre importanti perché ancora adesso possono raccontarci la storia delle genti che vi sono passate e con esse hanno costruito mura, case e chiese: i romani prima, i bizantini poi, e dopo i longobardi, i carolingi e diverse famiglie milanesi. Le ricerche sono cominciate sul finire della seconda guerra mondiale, nel 1944, e procedono ancora oggi, seppure a singhiozzo per la cronica mancanza di fondi statali. I riflettori si sono accesi di nuovo nel 2011, quando il Parco Archeologico del Castelseprio – così è stata chiamata tutta l’area che gravita intorno all’antica cittadella fortificata – è entrato a far parte del Patrimonio Unesco insieme al vicino Monastero di Torba, per il fatto di essere fortemente rappresentativo della storia dei Longobardi in Italia.
Se non sei esperto di archeologia, consigliamo vivamente di visitare il Parco con l’aiuto di una guida competente, per apprezzare al meglio il valore del posto comprendendone le caratteristiche che lo rendono unico nel panorama storico italiano.
Breve storia di Castelseprio
Innanzitutto una precisazione: esiste ancora il borgo di Castelseprio, abitato, che però non deve essere confuso con il Parco Archeologico: il borgo dista un chilometro circa dal Parco che è sulla collina sovrastante. Il borgo è di origini antiche anch’esso e nei documenti viene indicato come Vico Seprio ma non raggiunge il valore della cittadella sovrastante. Il pianoro si affaccia sulla valle dell’Olona, quasi a strapiombo su di essa, dove i romani avevano costruito diverse strade, tuttora utilizzate per collegare i passi alpini con Milano e Novara, dunque fungeva da importante punto di avvistamento e controllo di un ampio territorio.
Dal V secolo in poi il castrum non era solo una zona strategica dal punto di vista militare, ma un vero e proprio centro abitato che comprendeva, già dal V secolo, una basilica, un battistero, una casa-forte e altre abitazioni, il tutto circondato da alte mura. Come avamposto era stato costruito quello che ora è conosciuto come il Monastero di Torba, ma che inizialmente era una torrione avente sempre funzione militare.
A Castelseprio si batteva moneta, segno che era davvero molto importante
Durante la dominazione longobarda e carolingia (VII-IX secolo), il castello diventa la capitale amministrativa, giudiziaria e militare del Contado del Seprio, i cui confini si estendevano fino a Lugano, Cannobio, Appiano Gentile e Gallarate e Somma Lombardo, coprendo dunque le zone che adesso corrispondono alle province di Varese (fino a Brebbia, la Valtravaglia e Leggiuno), Como e Novara e al Canton Ticino. L’importanza del Contado del Seprio è confermata dal fatto che qui si batteva moneta, c’era una zecca, e si svolgeva un importante mercato agricolo. Dopo la demolizione ordinata dal Vescovo Ottone Visconti per cacciare definitivamente Guida Castiglioni sostenitore dei Torriani, demolizione a cui scamparono solo gli edifici religiosi, che con alterna fortuna vennero abitati per un’altra manciata di secoli, il nulla. Boschi e sterpaglie ripresero possesso di questi posti, abbandonati a loro stessi, fino a quando, per interesse di alcuni storici del posto, negli anni Cinquanta, si iniziò a scavare e a riportare alla luce importanti monumenti, sia all’interno della cinta muraria sia esternamente ad essa.
Si riuscirono a individuare i resti del castello e delle torri, le mura dell’antica Basilica di San Giovanni Evangelista, i resti di una grande cisterna e di un pozzo, il basamento di un campanile e un cimitero, di cui si conservano alcune lastre tombali longobarde, un Battistero con due grandi vasche battesimali, una piccola chiesa dedicata a San Paolo e un conventino tardo medievale dedicato a San Giovanni, che ora è stato adibito ad Antiquarium e conserva reperti trovati sul posto.
Come raggiungere Castelseprio – informazioni e indicazioni stradali
La strada è ben segnalata a partire dall’ingresso nel Comune; il parcheggio è molto grande. I disabili possono incontrare difficoltà perchè il percorso è accidentato.
Il sito è di proprietà statale e provinciale, a differenza del Monastero di Torba che invece è proprietà del FAI.
Gli orari sono pubblicati sul sito di Unesco Varese: si consiglia comunque di telefonare al n° 0331/ 820438 per capire quando è possibile visitare sia l’Antiquarium sia la Chiesa perchè ci possono essere problemi di tipo logistico.
Fuori dalle mura, ma a poca distanza da esse, la scoperta più eccezionale: la Chiesa di Santa Maria Foris Portas, una delle chiese più antiche e meglio conservate della zona: di origine paleocristiana (VII o VI secolo), triabsidata, conserva affreschi con scene dell’Infanzia di Cristo, ancora leggibili, vivaci nelle descrizioni e nei racconti, attribuibili ad un bravo artista di probabili origini orientali.
Gli affreschi di Santa Maria Foris Portas ti lasceranno a bocca aperta: guarda le foto!