Chiostro di Voltorre a Gavirate, orgoglio della provincia
Chiostro di Voltorre a Gavirate, orgoglio della provincia
Il Chiostro di Voltorre è un piccolo gioiello romanico situato a un paio di chilometri dal Lago di Varese attorno a cui si snoda una bella pista ciclabile. Il monumento è di proprietà della Provincia di Varese ed è visitabile gratuitamente: quale occasione migliore per abbinare una sana pedalata a una visita culturale? Il chiostro ospita spesso mostre d’arte e può essere una location ideale per matrimoni ed eventi.
Ora Voltorre è una frazione di Gavirate, ma nel Medioevo aveva ben altra importanza e costituiva un borgo a se stante che faceva capo al monastero di San Michele fondato intorno al XII secolo dai benedettini. Questa zona, al pari di Ganna dove esisteva un altro monastero benedettino, era importante crocevia tra nord e sud Italia, che la Chiesa aveva tutto l’interesse a controllare, come in effetti fece fino almeno all’Ottocento (risale al 1855 la legge che abolì tutti gli ordini religiosi privi di utilità sociale – agostiniani, carmelitani, certosini, cistercensi, cappuccini, domenicani, benedettini e altri – permettendo che lo stato incamerasse tutti i beni).
Le parti principali del complesso monastico sono il chiostro e la chiesa, che conobbero vicende comuni fino ad un certo periodo, poi cominciarono a vivere storie separate…
Il monastero rimase alle dipendenze dell’abbazia di San Benigno di Fruttuaria, in Piemonte, dal XII al XIV secolo, in seguito venne assegnato “in commenda” a prelati estranei al mondo monastico e la struttura conobbe un periodo di decadenza, a cui il Papa pose fino solo nel 1518, cedendo il monastero con i suoi beni ai canonici lateranensi di Santa Maria della Passione a Milano. Con questa gestione, la struttura cessò di essere abitata da monaci e si trasformò in una vera e propria azienda agricola, che continuò a funzionare fino alla fine del Settecento, fino a quando Giuseppe II d’Austria ordinò l’espropriazione di molti dei terreni per venderli a privati. Restarono di proprietà della Parrocchia solo la chiesa e la torre campanaria.
Solo un secolo dopo, nell’Ottocento, venne “riscoperto” il chiostro e…
nacque la volontà, da parte della Soprintendenza e di alcuni intellettuali del tempo (tra cui lo scultore Lodovico Pogliaghi, l’architetto Luca Beltrami e il pittore Luigi Conconi) , di restaurarlo e di valorizzarlo a dovere. Venne fondato un comitato per i restauri, ma un incendio nel 1913 danneggiò fortemente la struttura. Negli anni ’20 e ’30 lo Stato procedette ad acquistare le parti di chiostro dai diversi proprietari, e finalmente nel 1978 l’intero complesso passava in affidamento alla Provincia e tornava a essere fruibile da tutti i cittadini.
Link alla scheda della Chiesa di San Michele di Voltorre
Le 4 cose da sapere sul Chiostro di Voltorre
- Il chiostro è costituto da un’area quadrangolare irregolare e ingloba una parte dell’abside della chiesa.
La particolarità del chiostro è quella di avere ogni lato diverso dall’altro; in particolare, il lato settentrionale presenta una lavorazione decisamente più accurata rispetto a quella degli altri lati, dove esiste una semplice trabeazione sopra il colonnato. - I capitelli più belli si trovano nel lato settentrionale. A nord, il lato è decorato da archi a tutto sesto in cotto, con tripla ghiera, e superiormente da un motivo orizzontale di archi intrecciati. Gli archi ricadono elegantemente su colonne alternativamente cilindriche ed ottagonali, dai capitelli lavorati in modo accurato e fantasioso (a crochet, corinzi, sferocubici, figurati con teste umane e di animali, ecc). Gli storici si sono interrogati sul motivo di tale diversità architettonica senza mai giungere ad una risposta univoca: probabilmente e molto semplicemente il chiostro è stato costruito in tempi diversi, in un primo momento sono stati realizzati i lati architravati e successivamente l’opera è stata completata con la decorazione ad archi dell’ultimo lato settentrionale. I capitelli in pietra di Viggiù sono uno diverso dall’altro e presentano una grande varietà di forme e decorazioni.
- L’autore del chiostro è il “magister” Lanfranco da Ligurno: c’è la sua firma in uno dei capitelli
In uno di essi è anche riportata la firma del probabile autore dell’intero complesso: Lanfranco da Ligurno, che si autodefinisce “magister”. - Il corpo di fabbrica superiore ospita oggi le sale per le esposizioni temporanee – 19 per l’esattezza – che un tempo dovevano essere gli alloggi dei monaci e dei conversi (laici che lavoravano per i monaci).