Concerti Candlelight tributo Einaudi, ecco dove trovarli
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Concerti Candlelight tributo Einaudi, ecco dove trovarli
Pochi artisti classici viventi possono vantare un seguito di tale portata, come Ludovico Einaudi.
Sono tantissimi i suoi fan, così come sono tantissimi anche i concerti tributo a lui dedicati. Anche i concerti Candlelight propongono spesso le melodie più conosciute del grande compositore
In questo periodo ci sono concerti Candlelight dedicati a Einaudi un po’ in tutta Italia! Li troverai a:
Ludovico Einaudi è un pianista e compositore italiano che ha conquistato il successo grazie alla sua musica introspettiva, intima e di atmosfera. Musica che si può definire minimale, pur incorporando influenze dal rock e dalla pop musica, ed anche dalla world music.
Su Spotify lo seguono oltre 3 milioni di follower, e ogni mese lo ascoltano più di 7 milioni di utenti, in tutto il mondo. Einaudi è conosciuto a livello internazionale, e solo a Parigi sono oltre 125mila gli ascoltatori mensili, mentre a Instanbul sono pochi di meno, 124mila. Ma anche Londra, Amsterdam, Madrid e altre città in tutto il mondo risuonano delle sue melodie, rilassanti e profonde nello stesso tempo.
Fever organizza concerti a lume di candela dedicati a Einaudi in molte città italiane, quasi sempre tenuti da pianisti solisti, visto che anche il compositore romano è prima di tutto Maestro al pianoforte.
Una scaletta tipica di un concerto Candlelight dedicata a Einaudi contiene una selezione dei seguenti brani, che sono i più conosciuti a livello internazionale:
- Fairytale
- Una Mattina
- Night
- In un’Altra Vita
- Le Onde
- Nefeli
- Experience
- I Giorni
- Fly
- Nuvole Bianche
- Stella del Mattino
- Monday
- Natural Light
- Password
- Divenire
- I Giorni
Vediamo di saperne un po’ di più su Ludovico Einaudi
I suoi primi lavori erano composizioni per il teatro e il balletto, negli anni Ottanta. Il suo debutto avviene nel 1988 con l’album Time Out.
Il suo album realizzato interamente al pianoforte solista, Le Onde, nel 1996, diventa una hit mondiale, certificata Oro in Italia e Argento nel Regno Unito. Ha ricevuto apprezzamenti dalla critica per le sue colonne sonore al cinema e in televisione – sono sue le colonne sonore di Luce dei miei Occhi (2002) e Sotto falso nome (2004). Nel 2003 ha collaborato con il suonatore di kora Ballakè Sissoko, per la realizzazione dell’album Diario Mali, mentre nel 2006 lavora con un’intera orchestra alla realizzazione del pluripremiato “Divenire” (2006).
Forse non tutti sanno che Einaudi si è avventurato nella musica elettronica, nel 2009, sotto lo pseudonimo di Whitetree, e pochi anni dopo nel 2013 ha dato alle stampe “In a time lapse”.
Ha battuto il record di streaming con il primo volume di “Seven Days Walking” (2019) e durante gli anni della pandemia ha voluto però ritornare al pianoforte solista, con “12 Songs from home” (2020) e poi con “Underwater” (2022).
Einaudi è nato a Torino il 23 novembre 1955. Sua madre, anche lei pianista, suonava per lui fin da quando era bambino. Negli anni Settanta suona anche in alcune rock band, come il gruppo progressive Venegoni & Co. Studiò sotto la guida di Luciano Berio al Conservatorio di Milano.
Una borsa di studio vinta al Tanglewood Music Center di Boston, nel 1982, lo indirizza verso nuove idee compositive basate su suggestioni della world music e della pop music.
Capolavori realizzati esclusivamente al pianoforte sono contenuti, oltre che nel famosissimo album Le Onde, anche in Eden Roc (1999) e in I Giorni (2001).
I lavori della fine degli anni Duemila si fanno più elettronici ricchi di spunti postmoderni, apprezzati anche dai suoi fan: stiamo parlando in particolare dell’album Cloudland (2009) e Nightbook (2009).
Seguono poi dei lavori più “italiani” sia come location (ad esempio In a time lapse viene registrato in un monastero a Verona) sia come impostazione; vengono introdotti elementi e suoni dalla natura e dall’arte, come in Taranta Project, capolavoro della world music insieme ad Elements che vede la partecipazione del violinista Daniel Hope, Amsterdam Sinfonietta, Robert Lippok, e il percussionista brasiliano Mauro Refosco.
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