Dove andare a raccogliere le castagne
Dove andare a raccogliere le castagne
La provincia di Varese, insieme a tutto il territorio insubrico sudalpino che comprende Como e il Canton Ticino, è ricco di boschi di castagni dove raccogliere i buoni frutti da mangiare in compagnia.
Il simbolo dell’autunno per eccellenza è la castagna, gustosa, nutriente e sana, ancora più buona se raccolta con le proprie mani in un bosco durante una bella passeggiata di un pomeriggio d’ottobre.
Gli alberi di castagno europeo (Castanea sativa Miller) hanno rischiato di morire gli anni scorsi, a causa dell’attacco del Cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) una vespa cinese, individuata in Italia a partire dal 2002, che deposita le uova all’interno delle gemme formando le cosiddette “galle”, dannose perché ne arrestano la crescita vegetativa e provocano una riduzione della fruttificazione.
Fortunatamente le istituzioni se ne sono accorte in tempo e dal 2013 la Regione Lombardia è corsa ai ripari, mettendo in libertà un insetto antagonista, chiamato Torymus sinensis, che piano piano sta facendo il suo dovere anche dalle nostre parti.
Ora la situazione sta quasi tornando alla normalità e questi alberi stanno ricominciando a dare frutti così come hanno sempre fatto in passato; specialmente quando l’estate è poco piovosa, ci si può aspettare tante castagne in autunno!
Una volta, il castagno era detto l’albero del pane perché riusciva a sfamare le famiglie più povere per un intero inverno – al Museo della Cultura Rurale di Brinzio rimangono molte tracce delle antiche pratiche contadine.
Anche se la castagna non è più un alimento fondamentale nella nostra alimentazione, come lo era in passato, è importante perseverare nel consumarla e apprezzarla, affinché gli alberi che la producono continuino ad essere curati, concimati e potati a dovere. Si tratta di un patrimonio – culturale e naturale – che va salvaguardato affinché le future generazioni ne possano fruire così come è stato possibile per i nostri antenati.
In Ticino ci sono molti Sentieri del Castagno (uno è nel Malcantone) ma anche nel Parco Campo dei Fiori ci sono itinerari appositi per conoscere da vicino questa pianta dalle molteplici risorse
In Ticino questo concetto è ormai tanto radicato che in molte zone sono stati realizzati diversi “Sentieri del castagno” che sono veri e propri percorsi didattici; in provincia di Varese si sta cercando di seguire la stessa strada, grazie soprattutto all’interesse del Parco Campo dei Fiori e del Consorzio Castanicoltori di Brinzio, Orino e Castello Cabiaglio, che organizza anche eventi gastronomici sul tema.
In Provincia di Varese ci sono anche le selve castanili dove si pratica la coltivazione così come avveniva in passato
In quasi tutti i boschi sia dell’area collinare che dell’area montana delle Valli del Verbano sono presenti castagni, in proporzioni variabili a seconda della latitudine e dell’esposizione solare. Bisogna tenere presente che sono alberi “eliofili”, che amano la luce, e i terreni acidi.
Nel Parco Campo dei Fiori si possono vedere interi boschi di castagno che sono quello che rimane delle antiche “selve castanili”, terreni dove i contadini piantavano gli alberi molto distanti uno dall’altro per lasciare filtrare la luce necessaria alla crescita dell’erba da pascolo. Solitamente si trovano prima dei boschi veri e propri; gli alberi così distanziati facilitavano la raccolta delle castagne e permettevano il pascolo, la fienagione, la produzione di mirtilli e la raccolta dei funghi. Nel Parco ci sono oltre un migliaio di esemplari e oltre 300 selve castanili, per lo più adiacenti ad insediamenti rurali ora abbandonati. Molte di queste piante sono secolari: possono infatti vivere fino a 500 anni! Di recente queste selve sono state riportate ai loro antichi “splendori” grazie a progetti interregionali e all’impegno diretto del Consorzio di Castanicoltori varesino.
Dunque in provincia di Varese è facile trovare castagne tra ottobre e novembre. Vi segnaliamo queste località, dove abbinare una facile passeggiata ad una futura…scorpacciata!
…e non dimentichiamo che dove ci sono le castagne spesso ci sono anche i funghi!
Versante Nord del Campo dei Fiori – comuni di Brinzio, Castello Cabiaglio, Cocquio Trevisago, Cuvio, Luvinate, Orino, Varese – ci sono castagneti e boschi misti di latifoglie a quote basse, al di sotto dei 600 m. Vi si può accedere a partire dai paesi di Brinzio, Castello Cabiaglio, Santa Maria del Monte e Orino, da dove partono molti sentieri completi di segnaletica.
Monte Martica – comuni di Bedero Valcuvia, Brinzio, Induno Olona, Rancio Valcuvia, Valganna, Varese. Gli accessi principali sono in corrispondenza degli abitati di Brinzio, Ganna e Bedero da dove si possono imboccare diversi sentieri ben segnalati. I castagneti coprono la fascia collinare, mentre più in alto si incominciano a trovare faggete.
Brughiera del Dosso – comuni di Somma Lombardo e Vizzola Ticino. L’area è facilmente raggiungibile sia dalla Maddalena che da Somma Lombardo e Castelnovate. Qui sono presenti boschi di querce e castagni, intervallati da robinie.
Val Veddasca – comuni di Agra, Curiglia con Monteviasco, Dumenza, Maccagno, Pino sulla sponda del Lago Maggiore, Tronzano Lago Maggiore, Veddasca. I castagneti si trovano nella fascia collinare, con esposizione preferenziale a sud e sud-est.
Sorgenti del Rio Capricciosa – comune di Sesto Calende. Anche in questi boschi ci sono castagni misti a querce e robinie e pini, soprattutto nelle aree più asciutte.
Brughiera del Vigano – comuni di Golasecca, Somma Lombardo, Vergiate. Qui si sono soprattutto aree rimboscate a pini (Pinus rigida) ma si trovano anche castagni, oltre le immancabili robinie. Si segnalano anche esemplari di querce rosse (Quercus rubra) e ciliegi tardivi (Prunus serotina).
Paludi di Arsago – comuni di Arsago Seprio, Besnate, Somma Lombardo. Nei dossi sono presenti formazioni acidofile, dunque castagni (Castanea sativa) farnie (Quercus robur), robinie e pini silvestri.
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Le castagne possono essere cotte al forno, meglio ancora nel camino, oppure bollite.
Per cucinare le castagne al meglio, occorre procurarsi una padella con i fori. Come mai serve proprio una padella così per la cottura casalinga delle castagne? Perché i fori permettono alla fiamma di entrare in contatto con le castagne, senza però bruciarle troppo, riuscendo ad abbrustolirle al punto giusto.
Ricordiamoci sempre di incidere la buccia delle castagne, per evitare che scoppino durante la cottura
Esistono utensili appositi che marcano la buccia della castagna con una croce per poi poterle cuocere sia arrosto che in pentola a bollire. Di norma la castagna rimane intera. Si tratta di utensili utili per la pratica di incidere le castagne prima della cottura perché eliminano il pericolo di farsi male. C’è ‘ da dire che se le castagne non sono più che sode, la marcatura non è realizzabile ed è meglio usare il coltellino a lama ricurva.
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Ultimo aggiornamento 2025-01-25 / da www.amazon.it. Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API