Esondazione del Lago Maggiore, il sublime nella tragedia

Esondazione del Lago Maggiore, il sublime nella tragedia
La prima metà di novembre 2014 è stata caratterizzata da piogge continue ed impetuose su tutta l’Insubria. Oggi è il 17 novembre e si preannuncia bel tempo nei prossimi giorni, ragione per cui, chi scrive usa il tempo passato, incrociando le dita. L’esondazione del Lago Maggiore in pressochè tutte le cittadine rivierasche è stato motivo di ansia per tutti i suoi abitanti, che hanno visto invadere dall’acqua strade, giardini, piazze e case senza distinzione alcuna. A rari intervalli la pioggia ha lasciato il posto ad un cielo terso dove la luce solare ha creato riflessi spettacolari un po’ dappertutto: le geometrie degli edifici e gli arabeschi degli alberi spogli hanno creato un gioco di rimandi e di specchi tanto insolito quanto affascinante, pur nella drammaticità della situazione.
Dal dramma alla tragedia il passo è spesso breve. La furia devastante dei fiumi e dei torrenti e della pioggia stessa che imperterrita si è abbattuta sulle colline ha provocato frane un po’ dappertutto.
Due persone, nonno e nipote, hanno perso la vita a Cerro di Laveno, travolti da una frana mentre stavano dormendo nella loro casa. Altre quattro persone sono morte, sempre in casa e sempre a causa di gravi smottamenti del terreno, in Canton Ticino.
Ci sono state in passato altre esondazioni, è vero, ma mai ci sono stati eventi così devastanti come questa volta, nel Varesotto. La Terra pretende rispetto, la Terra si prende tutte le distanze che vuole dagli uomini piccoli che la vorrebbero sottomettere.