Filippo Giardina in “Cabaret”: «La stand-up per riflettere ridendo»

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Filippo Giardina in “Cabaret”: «La stand-up per riflettere ridendo»

O lo ami o lo odi! Ma se lo ami, lo ami alla follia, perché con Filippo Giardina non si può essere moderati, nè “p0litically correct”.
Lo stand up comedian che ha riportato alla ribalta il concerto della satira intesa come genere che “castigat ridendo mores” sarà in scena, con il suo nuovo spettacolo “Cabaret” nei prossimi mesi, ecco tutte le date e il link per comprare subito i biglietti per trovare i posti migliori

Il nuovo tour di Giardina, con lo spettacolo “Cabaret”, parte da Firenze il 17 ottobre, prosegue poi per Napoli il 18 ottobre, Bologna il 16 novembre, Pordenone il 17 novembre, Bari il 22 novembre, Cosenza il 23 novembre, Catania il 24 novembre, Milano il 22 gennaio 2024, Torino il 23 gennaio, Roma il 25 gennaio.

Cabaret è il suo undicesimo monologo satirico: uno spettacolo comico, coraggioso, trasgressivo, scorretto, che ha come fine ultimo l’alleggerire il pubblico dal peso del nostro tempo.

Cabaret smaschera un essere umano sempre più solo nel proprio delirio egoico, incastrato in una una tecnologia aleatoria che dipinge un futuro angosciante e spersonalizzato.
Cabaret è un viaggio paradossale tra passato, presente e futuro condito da cattiverie gratuite e ingiustizie lessicali, e battute da “Vietato ai Minori di 18 anni”, come viene riportato nella locandina: in effetti, il comico romano oltre a dire parecchie parolacce, fa allusioni sessuali che lasciano poco spazio all’immaginazione. Per rendersene conto, basta andare sul suo profilo Instagram e guardare qualche suo reel.
Cabaret è un disincantato monologo di stand-up comedy che vuole prendere le distanze dalla comicità banale e improvvisata, e rivendica l’appartenenza alla storica tradizione della letteratura orale.

L’indignazione è passata dall’essere uno strumento di lotta e contestazione a uno mezzo per chiudersi nella propria bolla di convinzioni e certezze incrollabili.
Il perbenismo e il bigottismo stanno diventando valori positivi e la libertà di espressione deve sottostare, impaurita, a una dilagante e infantile permalosità. Nel frattempo c’è la guerra e la sinistra annaspa tra vecchie categorie bollite e nuove fissazioni borghesi. Più il mondo va a picco più solo una risata potrà alleviare il dolore del lento, ma inevitabile, inabissamento.

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