Francesco Messina
Francesco Messina
Francesco Messina (1900-1995) è stato uno degli scultori più importanti del Novecento italiano, che ha lasciato monumenti grandiosi e suggestivi in molte città, in Italia e non solo.
Di recente, il Museo Bodini di Gemonio gli ha dedicato una mostra. Bodini e Messina erano amici e si frequentavano.
L’opera più famosa di Messina è sicuramente il Cavallo Morente realizzato per la RAI e tuttora visibile negli studi televisivi di Roma.
Messina, pur essendo originario della Sicilia, si trasferì ben presto a Milano, e qui visse la sua lunga vita, lasciando al Comune un grande corpus delle sue opere, tuttora visibili presso la Chiesa sconsacrata di San Sisto.

Francesco Messina al Museo Bodini 20 anni dopo
Inaugurazione sabato 26 ottobre ore 16.30
26 ottobre 2019 – 19 gennaio 2020
Orari: sabato – domenica 10.30-12.30 / 15.00-18.00
Museo Civico Floriano Bodini
Via Marsala, 11 – 21036 Gemonio (VA)
info@museobodini.it
www.museobodini.it
Una selezione di sculture in bronzo ricorda nuovamente l’importanza dello scultore e del rapporto che ha avuto con lo stesso Bodini.
Da professore all’Accademia di Belle Arti di Brera, a figura di riferimento per un fondamentale confronto: “Il nostro rapporto divenne di vera intensità nella continuità del lavoro e nell’approfondimento dei contenuti. Diedi ascolto ai suoi suggerimenti e trovai forza e riscontro preciso nella ricerca, pur conservando, nel mio carattere, una libertà di visione legata alla mia origine lombarda e settentrionale. Il Maestro considerava questa mia caratteristica come una dote e la sosteneva con una stima che mi dimostrò poi, sempre, negli anni con affetto”, scriveva Bodini.
All’esposizione di opere di Francesco Messina, si affianca la volontà di ripercorre questi vent’anni di attività del Museo Bodini, attraverso un’ampia ricerca fotografica: dalle immagini della cascina rurale e dei lavori di ristrutturazione sino all’inaugurazione e alle successive esposizioni ed eventi. Si ricordano così alcuni dei volti e dei momenti che hanno permesso alla ‘Bottega di Bodini’ -come si legge sui cartelli del cantiere nella metà degli anni Novanta- di essere luogo di cultura, arte, incontro, confronto e crescita.