Il World Tour dei Nine Inch Nails 2025: biglietti per i concerti in Italia ed Europa

nine inch nails copertina

Il World Tour dei Nine Inch Nails 2025: biglietti per i concerti in Italia ed Europa

I Nine Inch Nails, una delle band più influenti della musica alternativa e industrial, annunciano la loro unica data italiana del 2025, giovedì 24 giugno al Parco della Musica di Milano.

Questo concerto segna un ritorno trionfale in Italia dopo anni di attesa, e rappresenta un’occasione imperdibile per i fan della band che, con il loro sound sperimentale e la loro presenza scenica inconfondibile, hanno segnato la storia della musica contemporanea.

Oggi i Nine Inch Nails hanno annunciato il Peel It Back Tour 2025, che segna la prima apparizione dal vivo della band dal 2022. Prodotto da Live Nation, il tour prenderà il via domenica 15 giugno a Dublino, in Irlanda, alla 3Arena, e porterà la band in tutta Europa, con tappe nel Regno Unito, in Germania, in Svizzera e in altri Paesi.

Ecco i concerti dei Nine Inch Nails in Inghilterra, Irlanda, Germania, Paesi Bassi e Svizzera

Vendita generale a partire dal 27/29 gennaio 2025

15 giugno 2025, Dublin, IE, 3Arena ►Biglietti su Ticketmaster IE
17 giugno 2025, Manchester, Co-op Live ►Biglietti su Ticketmaster UK
18 giugno 2025, London, The O2►Biglietti su Ticketmaster UK
20 giugno 2025, Cologne, Germania, LANXESS arena  ►Biglietti su Ticketmaster DE
26 giugno 2025, Zurigo, Svizzera, Hallenstadion
27 giugno 2025, Vienna, Austria, Wiener Stadthalle – Halle D
29 giugno 2025, Amsterdam, Paesi Bassi, Ziggo Dome ►Biglietti su Ticketmaster NL
1 luglio 2025, Berlin, Germania, Uber Arena ►Biglietti su Ticketmaster DE

Peel It Back Tour 2025

I Nine Inch Nails, spesso abbreviati come NIN o stilizzati come NIИ, si formarono alla fine degli anni ’80 quando Trent Reznor, che in precedenza aveva suonato in band synth-pop come Exotic Birds e The Innocent, iniziò a prendere fiducia nelle sue capacità di produttore e autore.

Lavorando come custode presso il Right Track Studio di Cleveland, Ohio, Reznor ebbe la possibilità di utilizzare liberamente le attrezzature quando lo studio non era prenotato da altre band. Scrivendo e suonando quasi ogni parte, cominciò a lavorare sui primi demo dei NIN, come Purest Feeling, che inviò a etichette discografiche e che fu accolto dalla indie TVT Records.

Nel 1989, Reznor sviluppò quel demo trasformandolo nell’album di debutto Pretty Hate Machine. Contenente brani come Down In It e Sin, entrambi accompagnati da videoclip controversi, l’album ebbe inizialmente un successo modesto, raggiungendo il 75° posto nella classifica Billboard 200. Tuttavia, con l’aumento della popolarità del gruppo, il debutto guadagnò un seguito di fan e, nel 1995, divenne una delle prime pubblicazioni indipendenti a ottenere la certificazione di platino. Pretty Hate Machine definì il sound oscuro e industriale, insieme al lirismo intenso, ora sinonimo dei NIN, pur mantenendo alcune influenze melodiche e ritmiche tipiche del new wave degli anni ’80.

All’inizio del nuovo decennio, Reznor e la sua band dal vivo si guadagnarono una reputazione per le esibizioni viscerali e tumultuose, partecipando al primo festival Lollapalooza nel 1991. Dopo un conflitto con la TVT, Reznor collaborò con Interscope Records per creare Nothing Records, su cui fu pubblicato l’EP Broken del 1992. Raggiungendo questa volta la top ten della Billboard 200, l’EP includeva il brano Wish, che vinse il Grammy come Best Metal Performance. Happiness In Slavery, un altro brano di Broken, ricevette lo stesso premio nel 1996 grazie a una performance durante il Woodstock ‘94. Anche questa traccia entrò nella collezione di videoclip controversi di Reznor, essendo quasi completamente censurata al momento della sua uscita.

Nel suo studio di Los Angeles, soprannominato Le Pig, Reznor lavorò al secondo album completo dei NIN, The Downward Spiral, un concept album basato sull’autodistruzione umana. Sebbene i sintetizzatori cupi e ritmati di Heresy richiamassero il debutto, in The Downward Spiral i suoni taglienti, i colpi metallici e il caos dell’industrial rock raggiunsero un nuovo livello, annunciato già dalla traccia di apertura Mr. Self Destruct. L’album, trainato da brani come Closer e March of the Pigs, è forse altrettanto famoso per la traccia finale Hurt, che Johnny Cash reinterpretò nel 2002 con tale successo da spingere Reznor ad ammettere: “Quella canzone non è più mia.” Tuttavia, The Downward Spiral divenne una pietra miliare degli anni ’90 ed è considerato uno degli album classici del decennio.

Dopo il successo di The Downward Spiral, seguì un periodo di relativa quiete, durante il quale Reznor lavorò alla colonna sonora di Natural Born Killers di Oliver Stone (1994) e successivamente a quella di Lost Highway di David Lynch. Questo portò a una carriera prolifica come compositore di colonne sonore, tra cui quelle di The Social Network (2010), Gone Girl (2014), Soul (2020) e Challengers (2024). Nel 1999, per compensare la lunga attesa, i NIN pubblicarono il doppio album The Fragile. Ispirato da problemi di dipendenza, l’album presentava brani come We’re In This Together e Into The Void, riducendo i toni grezzi per creare maggiore dinamismo e spazio per elementi di elettronica e altri stili alternativi. Fu il primo album della band a raggiungere la vetta delle classifiche.

Il percorso solitario di Reznor fu fondamentale per il fascino dei NIN, ma anche i più grandi geni creativi della storia devono affrontare i propri demoni. In un’intervista, Reznor ha ammesso di sentirsi spesso un outsider. La sua collaborazione con Atticus Ross nel 2005 segnò un punto di svolta, anche se Ross divenne ufficialmente un membro della band solo nel 2016. Insieme, produssero album come With Teeth (2005), che affrontava temi sociali oltre a quelli personali, e Year Zero (2007), un album concettuale che proponeva una visione distopica del 2022.

Negli ultimi due decenni, i NIN hanno continuato a essere prolifici, pubblicando album come The Slip, Bad Witch e la serie Ghosts.