La flora delle aree umide
La flora delle aree umide
Cosa si intende per “area umida” e quali sono le specie vegetali che si possono trovare dalle nostre parti? Riportiamo alcune spiegazioni trovate nella cartellonistica presente nel SIC “Canneti del Lago Maggiore”
Passeggiando lungo la spiaggia delle Sabbie d’Oro a Brebbia, abbiamo scoperto che la zona fa parte di una ZPS, è cioè una zona protetta perché presenta caratteristiche naturalistiche interessanti e tali da renderne importantissima la difesa.
Con la generica espressione di “area umida” si identifica una serie di ambienti molto diversi tra di loro ma che hanno sempre l’acqua come comune denominatore. Che si tratti di una palude, di una torbiera, di un bacino naturale, di un bacino artificiale o di un semplice acquitrino, la prerogativa principale di queste aree è la presenza di acqua superficiale e sottosuperficiale durante tutte le stagioni dell’anno. Si tratta spesso di zone di transizione o semplicemente intermedie tra ecosistemi asciutti ed ecosistemi acquatici (mari, laghi, fiumi). L’estrema importanza ecologica delle zone umide è data dal fatto che esse ricoprono un ruolo determinante negli equilibri idrologici ma soprattutto presentano un alto grado di biodiversità, ospitando quindi un numero elevato di specie viventi sia animali che vegetali. Durante le esondazioni le aree umide fanno da tampone agli effetti dannosi delle acque di scorrimento mentre, nella fase di ritiro delle acque, favoriscono una migliorre decantazione di tutte le sostanze organiche trasportate.
La forma vegetazionale più comune e rappresentativa delle aree umide perilacuali delle nostre zone è senza dubbio quella del canneto di Cannuccia di Palude (Phragmites australis).Alta fino a 4 metri la cannuccia di palude cresce fitta e compatta e spesso risulta parzialmente sommersa in associazione al Phragmites e soprattutto nelle fasce marginali troviamo altre piante che caratterizzano questo ambiente: l’Iris Giallo (Iris pseudacorus), la Mazza d’Oro (lysimachia vulgaris), la Mazzasorda maggiore (Typha latifolia) e diverse specie di Carici (Carex spp.).