A Suna sul Lago Maggiore, un mare di…tranquillità! Vi sveliamo perché
A Suna sul Lago Maggiore, un mare di…tranquillità! Vi sveliamo perché
Suna sul Lago Maggiore! Ecco le foto dei monumenti, del lungolago e delle spiaggette che si trovano lungo il percorso, non trascurando i dettagli utili come i parcheggi e i bar con i tavolini all’aperto.Passeggiare per Suna, nel comune sparso di Verbania, (qui trovi i 5 +1 buoni motivi per visitarlo) equivale a fare un passo indietro nel tempo: vuoi per i monumenti e per le vecchie chiese, vuoi per la tranquillità dei vicoli che silenziano i motori delle auto e fanno spazio alla parte nostalgica che c’è in ciascuno di noi.
Se la tranquillità del posto si misura dalla facilità di trovare un parcheggio, allora Suna è davvero un posto tranquillo, almeno nei caldi pomeriggi estivi di un qualsiasi giorno feriale. Ci sono alcuni posti auto completamente gratuiti, mentre la maggior parte è a pagamento (nella gallery abbiamo messo alcune foto).
Risolta rapidamente la questione posteggio, ci siamo subito incamminati lungo il viale, incontrando diversi monumenti che sono veri e propri documenti del tempo.
Il primo in cui ci siamo imbattuti è stata l’erma commemorativa per Alessandro Cuzzi (1849-1895) medico ostetrico nativo di Suna. La targa, realizzata a cura del Rotary Club, riporta le seguenti note biografiche:
Alessandro Cuzzi
(Suna 1849 – Pavia 1895)
Medico ostetricoLaureatosi in Medicina a Torino nel 1873, quattro anni più tardi ottenne in quello stesso Ateneo la libera docenza in Ostetricia.
Primo assistente all’Istituto Ostetrico milanese (1878), professore straordinario alla Clinica Ostetrica di Modena (1879), professore ordinario alla Clinica ostetrica di Pavia (1882).
Estensore del regolamento per l’assistenza al parto (1887) scrisse numerose opere di carattere scientifico tra cui il Trattato di Ostetricia e Ginecologia, pubblicato postumo. Nel 1887 ideò e diresse il Giornale per le levatrici e nel 1890 fu tra i fondatori della Rivista di Ostetricia e Ginecologia. Una lapide e un busto di Troubetzkoy lo ricordano all’Università di Pavia (1899). A lui è intitolata una via di Suna.
Proseguendo lungo il viale, oltre ad un’area giochi per bambini e diversi baretti con tavoli all’aperto, abbiamo trovato un altro curioso monumento.
Dedicato ai Caduti delle due guerre mondiali (1951), è un monumento davvero particolare e di impatto, dal momento che è costituito da un grosso arco a tutto sesto, realizzato in cemento armato rivestito di lastre di serizzo, affiancato da un piedistallo rettangolare sopra cui è rappresentato un uomo nell’atto di afferrarsi il collo con le proprie mani. Leggeremo in seguito del fatto che si tratta di un fante morente, e che l’autore dell’opera è Mario Tozzi, un pittore che visse per diversi anni a Suna, fonte per lui di ispirazione per diversi paesaggi.
La camminata prosegue ancora per diverse centinaia di metri, incontrando aiuole, giardini e spiagge ben tenute.
Ci sono diversi totem con le mappe e alcune curiosità del posto, come ad esempio la presenza del “Piudun”, attorno al quale la comunità si trovava, per parlare e per giocare.
Da uno di questi pannelli, leggiamo un po’ della storia di Suna.
Suna è un luogo antico, architettonicamente la frazione meglio conservata di Verbania. Passeggiando nelle sue vie ci si rende conto come fosse la vita popolare nei secoli scorsi: case addossate una all’altra, angusti cortili, portali e balconi in pietra, immagini sacre sulle facciate simboleggiano i caratteri salienti di quella vita. I sunesi, per lo più scalpellini, muratori e navaroi (navigatori- trasportatori con cavalli di chiatte o barconi) erano tutti anche contadini perché coltivavano i giardini terrazzati sul Monterosso dove si produceva segale, granturco, ortaggi, vite e alberi da frutta. Luogo di riunione era il piudun, grande pietra in granito bianco del Montorfano con incise cinque tavole mulino per il gioco del filetto ora posizionato vicino all’ex imbarcadero. Anche sul sagrato e sulla bella scalinata della Chiesa di San Fabiano (XII secolo) troviamo scalfiti filetti e raffigurazioni di giochi. Nella Chiesa di Santa Lucia e sul lungolago: opere di Mario Tozzi.
Liberamente tratto da “Le mappe della memoria” di Antonio Biganzoli, Comune di Verbania 2004.
Lungo la strada, in direzione di Pallanza, ci imbattiamo in altre spiagge e centri sportivi, dove giocare a tennis, fare quattro bracciate in piscina e improvvisare anche un picnic.