I tanti privilegi di Maccagno, tra storia e leggenda
I tanti privilegi di Maccagno, tra storia e leggenda
Se vuoi conoscere meglio Maccagno e i suoi paesaggi, qui trovi storia e fotografie della graziosa cittadina sulla sponda lombarda del Lago Maggiore
Sembra strano che un paese piccolo del Lago Maggiore come Maccagno abbia due frazioni distinte, eppure è così. C’è Maccagno Superiore, più a nord, allo sbocco della Val Veddasca, e c’è Maccagno Inferiore, più a sud, contraddistinta da un golfo riparato e da un porticciolo di origine antiche. In mezzo c’è il fiume Giona. A ovest il lago con tante belle spiagge, attrezzate o libere.
Non bisogna dimenticare che la strada che collega Maccagno alle altre valli del Luinese o del Ticino è stata realizzata solo nell’Ottocento, dunque per molti secoli il paese era raggiungibile solo via lago o attraverso le ripide mulattiere della Val Veddasca. Si comprende allora meglio come fu possibile che, almeno dal Duecento e fino al tardo Settecento, Maccagno Inferiore sia stata dominata dalla famiglia Mandelli prima e dalla famiglia Borromeo poi, mantenendo sempre uno status privilegiato rispetto ai paesi vicini e rispetto alla stessa Maccagno Superiore!
L’Imperatore, la zecca e il mercato
Gli imperatori manifestarono una particolare “simpatia” per Maccagno in più occasioni: nel 1210 l’imperatore Ottone IV aveva concesso il feudo alla famiglia Mandelli in modo da assicurarsi un alleato fedele nella zona. Ancora un imperatore, nel 1536, Carlo V, concesse a Maccagno il diritto di tenere un mercato settimanale e di fondare una zecca dove battere moneta. Tali condizioni di privilegio, che comprendevano l’esenzione dalle tasse, scomparvero solo sul finire del Settecento, per volontà di Napoleone Bonaparte che qui come in tutto il resto d’Italia volle imporre pesantemente le sue volontà riorganizzando il territorio in modo incisivo.
Tracce di Medioevo nelle stradine di Maccagno Inferiore
A Maccagno Inferiore la via principale è via Mameli, alle spalle di piazza Roma (la prima piazza che si incontra provenendo dalla statale di Luino dopo la galleria), con vecchie case e stradine a scalini di impronta medievale. Su molte facciate si intravedono ancora immagini votive, meridiane e decorazioni dei secoli passati. La struttura tipica delle abitazioni signorili prevede dei giardini interni che guardano verso il lago.
Del castello dei Mandelli, in centro paese, sono rimaste solo le torri d’angolo e l’impianto di base, ed ora è in tutto e per tutto un’abitazione privata che solo nelle merlature del torrione principale ricorda la sua antica funzione difensiva.
Lo sbarco dell’Imperatore, tra storia e leggenda
A Maccagno si celebra lo sbarco dell’Imperatore Ottone I (862 d.C.), che la leggenda vuole essere scampato ad una tempesta sul lago grazie al provvidenziale aiuto dei maccagnesi e della famiglia Mandelli in particolare. Sembra che sia stata la stessa famiglia Mandelli a diffondere questa leggenda, con tanto di falsari chiamati al soldo per produrre documenti verisimili per testimoniarlo. Il problema era che Maccagno stava diventando una zona franca per molti “sfrosatori” (contrabbandieri) che commerciavano illegalmente sale, tabacco, legna e grano, oltre che per molti veri e propri manigoldi, e che era necessario legittimare con più vigore e sacralità il potere della famiglia Mandelli.
Anche se gli storici hanno ora dimostrato che si tratta di un “falso storico” e che in realtà l’imperatore (l’Ottone fondatore del Sacro Romano Impero) non fu mai ospite del paese lacustre, la rievocazione continua ad essere celebrata ogni anno, con il corteo di personaggi in maschera, la sfilata degli sbandieratori e tanta musica fino a tarda notte.
Maccagno Superiore, tra antichi opifici e costruzioni ultramoderne
Il destino di Maccagno Superiore fu invece più tormentato ed altalenante, così come quello di Luino, orbitante attorno al Ducato di Milano ed a quelle famiglie locali che si allearono di volta in volta con i Visconti o con gli Sforza per non perdere il controllo delle loro proprietà.
Qui maggiore è il numero di tracce di antichi stabilimenti (magli, segherie, mulini) ed infatti venne costruita in questa zona la ferrovia, alcune ville (una di queste è sede del Comune) ed un paio di alberghi già nell’Ottocento. Procedendo verso il lago le costruzioni si presentano più moderne, ed anche l’antica Gabella (edificio dove si portava il sale per commerciare il quale occorreva pagare l’odiosa tassa detta appunto “gabella”) ha assunto ora un aspetto decisamente contemporaneo.
Vicino alla Gabella, e tornando verso nord percorrendo il lungolago, si passa davanti al Parco Giona e si percorre il ponte su cui è stato costruito il museo di arte contemporanea Parisi Valle. Si tratta di una costruzione ardita, in vetro e cemento, progettata dal romano Sacripanti ed ispirata ai principi dell’architettura organica.