Marco Costantini e la sua Bottega a Laveno

Marco Costantini e la sua Bottega a Laveno
Marco Costantini è stato un valido incisore lavenese che ha lavorato per molti anni presso la Società Ceramica Italiana per poi aprire una bottega tutta sua, ora gestita dalla figlia Lena Costantini e dalla nipote Serena Toci.
Marco Costantini (Laveno Mombello, 12 maggio 1915 – 5 maggio 2003) ha lasciato circa 2000 lastre, realizzate con la tecnica del bulino e dell’acquaforte. Il bulino è uno degli strumenti più difficili da utilizzare perché richiede una mano fermissima e non ammette pentimenti. Tramite questo particolare “scalpello” che va ad incidere la lastra di rame, si riescono a realizzare disegni dai tratti sottilissimi e regolari di spessore. Costantini lavorava sempre tenendo a portata di mano una lente di ingrandimento in modo da potere controllare anche i minimi dettagli. La predilezione per questa tecnica gli derivava probabilmente dalla lunga frequentazione dell’ambiente dell’oreficeria, nel quale si era formato e aveva lavorato prima di entrare in fabbrica. Utilizzava le incisioni per realizzare calcografie per la decorazione della porcellana: si tratta di un procedimento artigianale particolarmente laborioso, ancora oggi praticato dagli eredi.
Paesaggi e nature morte i suoi soggetti preferiti
Ad una meticolosa precisione di segno si accompagna un appassionato studio del vero, condotto sulla natura e sugli oggetti e quasi mai sulle persone. In alcuni paesaggi si scorgono figure umane, ma sempre in lontananza e in gruppo, semplici elementi della composizione senza nessuna connotazione psicologica. Ma semplicemente perché l’attenzione era rivolta ad altro: all’armonia straordinaria che deriva dalla calibrazione delle linee nere nello spazio, tracciate per definire un piccolo angolo di realtà, bello ed immutabile.
Il tanto lavoro che nasce dalla passione
Non amava parlare molto di sé, faticava persino a presenziare alle sue mostre. Personaggio schivo l’hanno descritto in molti, gran lavoratore, sempre con la matita o il bulino in mano, a tracciare segni su segni, ad incidere sul piano i paesaggi e gli oggetti di ogni giorno. Per lui hanno sempre parlato le sue lastre, che ancora oggi vengono utilizzate dalla famiglia, nella bottega da lui fondata. Marco Costantini non ha probabilmente passato un giorno della sua vita senza pensare a come trasferire in immagine una sua visione. Il privilegio e la punizione dell’artista consistono proprio nel furore creativo che non ammette pause nel lavoro, né distrazioni. Il Costantini – raccontano gli amici – era così, capace di svegliarsi all’alba o di fare le ore piccole per placare la sua vena inventiva in completa solitudine. Il carattere riservato che lo contraddistingueva può spiegare questo tipo di predilezione per la tecnica incisoria, e ce lo avvicina istintivamente al maestro della natura morta contemporanea: Giorgio Morandi. Anche il celebre pittore bolognese, conosciuto soprattutto per le sue bottiglie dipinte ad olio, aveva una particolare predilezione per l’incisione. La necessità di dover essere estremamente concentrati e lenti nel “fare” deve avere rappresentato, per entrambi, una via privilegiata per entrare in completa simbiosi con la realtà da rappresentare.
Ceramiche preziose a Laveno, ancora oggi
All’interno della SCI, Costantini ha modo di perfezionarsi nel decoro “Incisa Oro Zecchino” tramite il quale, ancora oggi, vengono realizzate preziose porcellane da tavola e da arredo. Una sala dedicata all’artista è presente all’interno del MIDeC Museo Internazionale di Design Ceramico a Laveno. Anche nella Bottega Costantini a Laveno, aperta al pubblico, si possono ancora oggi vedere ed acquistare le sue opere. L’attività è gestita dalla nipote Serena e dalla figlia Lena che, insieme al marito, realizza raffinati lavori che spaziano dalle incisioni artistiche ai gioielli ad oggetti di design per l’arredo di interni.
Fonte: Luigi Piatti, Marco Costantini – Tutta una vita per l’incisione, Grafica Varese Edizioni, 2005