La donna intraprendente di Missoni nella collezione PE 2022
La donna intraprendente di Missoni nella collezione PE 2022
“Ogni ape porta in sé il meccanismo dell’universo: ognuna riassume il segreto del mondo,” scrive Michel Onfray. Grazie alle mie amate api. Questa collezione è di ognuno di NOI, del NOSTRO mondo. Alberto Caliri
La collezione primavera estate 2022 di Missoni, presentata alla Fashion Week di settembre 2021 a Milano, è un inno alla vita, all’esplosione dei sensi per mezzo del colore, delle fantasie e di strategici tagli che non lasciano nulla all’immaginazione, e sembra invitino a passare direttamente all’azione.
Missoni è un brand nato a Gallarate in provincia di Varese e ora famoso in tutto il mondo. La sede principale è ancora a Sumirago (VA) e a Golasecca c’è un outlet con i capi delle collezioni degli anni precedenti.
Alberto Caliri, promosso a direttore creativo della Maison, dopo essere stato per decenni il braccio destro di Angela Missoni, punta tutto sulla sensualità e sull’audacia, portando in passerella capi che non passano certo inosservati.
Tornano all’assalto i pantaloni a vita bassa e a zampa, i bikini a triangolo, i margheritoni neri, gli spacchi e i nude look alla Jane Birkin, ma anche i trench in pelle e i camicioni che coprono costumi spezzati e scomposti: gli anni Settanta sono ancora qua, strizzano l’occhiolino con le loro idee utopiche e ribelli, la volontà di andare contro il sistema, il modo genuino e diretto di esprimersi.
Ma il linguaggio della seduzione boho chic è inquadrato entro un sistema di “codici” missoniani che gli appassionati riconoscono: dal logo ai filati fiammati, dai ricami con le murrine agli sfrangiati per finire con i patchwork, vera intuizione “ante litteram” dell’up cycled creativo.
I primi patchwork sono un’idea di Ottavio Missoni, che con gli avanzi di maglia della produzione industriale compose addirittura dei giganteschi “Arazzi”, oggi esposti al Museo Maga di Gallarate.
Ci piace sottolineare che l’invenzione del filato fiammato si deve invece a Rosita Missoni, che da tempo lo vedeva utilizzato nella sua azienda di famiglia, fin dagli anni ’30, e che lo volle utilizzare nelle nuove macchine a maglia acquistate con il marito, a partire dalla seconda metà degli anni ’60 in poi.
Le matasse dei filati, in genere di rayon viscosa, venivano immerse in due o tre colori diversi, e poi utilizzate direttamente senza nessun altro processo, colorate in modo assolutamente casuale e imprevedibile. Con questo tipo di filato, una semplice maglia rasata acquistava delle caratteristiche uniche e irripetibili rispetto ad un’altra realizzata con lo stesso materiale e procedimento. L’effetto fiammato sarebbe diventato presto una costante nella produzione di Missoni, insieme al motivo “chevron” e ai patchwork.
I leggendari fiammati sfilano anche su questa catwalk, dunque, ma si nascondono tra i bagliori metallici delle texture placcate, che richiamano la liquidità sinuosa del mercurio.
Le murrine, i tipici gioielli in vetro colorato di Murano, sono anch’esse un omaggio alla storia della famiglia, per stessa ammissione dell’artefice della nuova collezione. Dice Caliri che le murrine piacciono tanto a Rosita, che sicuramente deve avere frequentato assiduamente le tante botteghe artigiane a Venezia, dove il marito, negli anni Settanta, esponeva anche i suoi Arazzi presso la galleria Il Naviglio.
Con le murrine, Caliri propone un coloratissimo top, e diversi accessori come borse e gioielli.
Con la texture del logo all over, realizza giacche e gonne in pelle supergrintose e molto contemporanee (l’attitudine votata alla logomania è tutta contemporanea).
Con le maglie fiammate, Caliri si diverte a realizzare microscopici top indossati sotto ampie giacche o abiti semitrasparenti – citando il nude look che con tanto scalpore propose Rosita Missoni nel lontano 1967 a Firenze, prima ancora di Yves Saint Laurent a Parigi.
L’effetto sfrangiato su alcune maglie è un dettaglio non finito che rivela l’essenza di una lavorazione artigianale (e che si ritrova anche in diversi lavori della collezione SS22 di Alberta Ferretti, orientata nello stesso intento di restituire valore al “fatto a mano”).
Ci sono fili metallici entro lavorazioni all’uncinetto per diversi mini dress in maglia ultrafemminili, ma anche paillettes in rete raschel e jeans con inserti di lurex argentato, a dare un tocco di glamour alla collezione che segna la volontà del marchio di correre verso il rilancio, con una nuova organizzazione societaria, finanziaria e creativa orientata verso il futuro ma con un passato prestigioso che nessuno ha intenzione di dimenticare, tutt’altro: e la passerella milanese di settembre 2021 ha voluto dimostrarlo.