Museo Salvini a Gemonio: la casa del pittore
Museo Salvini a Gemonio: la casa del pittore
Il Museo Salvini è la casa natale del pittore Innocente Salvini (Gemonio 1889-1979), e ancora oggi c’è un mulino funzionante che tante volte è stato protagonista nelle sue tele. Per vedere le opere nel dettaglio, clicca qui.
Le sale ospitano molte opere dell’artista, anche di grande formato. Conosciuto come “il pittore mugnaio”, per il fatto che abitò per tutta la sua vita in questa casa-mulino, Salvini è un artista tutt’altro che rustico e naif come per molto tempo certa stampa a lui contemporanea ha voluto far credere.
Non era autodidatta – studiò disegno anche all’Accademia di Brera – e non era affatto estraneo alle problematiche più alte dell’arte – si faceva recapitare cataloghi di mostre straniere dagli amici, e andava spesso a vedere mostre per conto suo.
E per chi avesse qualche dubbio, le sue opere sono lì a dimostrarlo. Ci sono tracce di Velasquez, Tiepolo, Previati, Segantini e di altri grandi maestri, nella sua pittura, come ben sapevano gli amici artisti che lo sostennero e lo difesero sempre dai detrattori e da chi voleva a tutti i costi vederlo come un “primitivo”. Sicuramente fu il carattere schivo, estraneo ai clamori della mondanità, a tenerlo lontano per molta parte della sua vita dagli ambienti artistici ufficiali, negli anni centrali della sua vita. Il successo arrivò infatti tardi per lui, alla vigilia dei cinquant’anni: la sua prima esposizione pubblica fu organizzata solo nel 1937, a Varese, ma molte altre ne seguirono negli anni successivi.
A partire dagli anni ’40, anche dietro incoraggiamento di molti intellettuali milanesi che lo avevano scoperto negli anni bui della guerra (quando erano costretti a sfollare a Varese per evitare i bombardamenti), cominciò davvero ad essere apprezzato e richiesto sia dalla critica che dal pubblico. Alcune sue opere fanno ora parte della collezione del Museo di arte contemporanea del Vaticano.
Nei primi anni di attività, dal 1912 al 1920, è ben documentato un suo certo tipo di pittura sperimentale, sia nella pennellata che nella scelta dei colori, dovuta all’incontro con Siro Penagini. Il Penagini si era temporaneamente trasferito a Caravate dopo essere stato a Monaco e aver conosciuto la pittura espressionista di gran moda in quegli anni.
A partire dagli anni ’20 si nota invece una progressiva personalizzazione del suo stile, basato sì, nella forma e nei contenuti, alla poetica divisionista (soprattutto di Gaetano Previati) ma capace di soluzioni decisamente personali ed innovative sia nella scelta dei colori che negli sfondi e nella strutturazione degli scenari.
Il suo mondo pittorico si inquadra in pochi, reiterati soggetti (la madre, i bambini, il fratello, gli animali della fattoria, il mulino, la chiesa di S. Pietro a Gemonio, i paesaggi di collina) ed in una gamma cromatica minima, ridotta al giallo, al verde ed al rosso: pochi elementi ma conosciuti profondamente perché studiati in tutte le loro possibilità espressive, date dall’incontro del colore con la luce. In questo modo il soggetto dipinto da Salvini si svincola dalla sua temporalità per arrivare, silente, a fare parte della Storia.
Informazioni
Il museo Salvini è aperto dal 1° aprile al 30 ottobre il mercoledì il sabato e la domenica dalle ore 15.00 alle ore 18.00.