Passeggiata per il centro di Laveno Mombello
Passeggiata per il centro di Laveno Mombello
Ogni 2° weekend del mese sul lungolago di Laveno Mombello c’è la Fiera Labiena, con bancarelle di prodotti alimentari e artigianali ed un’area di intrattenimento per i bambini. Ma Laveno è bella in tutti i giorni dell’anno…
Laveno si sviluppa ai piedi di un ampio golfo dalle acque profonde, che facilita il passaggio del traffico diretto all’altra sponda piemontese. In passato, vi transitavano anche parecchie merci, trasportate fino a lì in ferrovia. Ecco perchè, ancora oggi, il capolinea della stazione Trenord e l’imbarcadero sono a pochi metri l’uno dall’altro. Proprio la facilità di comunicazione ha favorito la nascita di molte industrie nell’Ottocento, in particolare nel settore della ceramica, prima tra tutte la Società Ceramica Italiana Richard Ginori. Tracce di questi passati insediamenti industriali sono visibili tutt’ora, soprattutto nell’area interna: alcuni stabilimenti sono completamente abbandonati e in stato di degrado, altri sono stati riconvertiti in complessi residenziali e commerciali. Una grossa struttura turistica e residenziale sta nascendo sulla sponda settentrionale del golfo, nell’area detta ex ceramica Lago. Conoscere il passato industriale della cittadina, aiuta a capirne l’identità attuale.
Laveno, a cavallo tra Otto e Novecento, ha conosciuto la sua Età dell’Oro, diventando sia un apprezzato centro manufatturiero, sia una rinomata località di villeggiatura. Allo scopo, in quell’epoca sono state costruite le infrastrutture di cui si è accennato prima (l’imbarcadero, due stazioni ferroviarie, una funivia che porta in cima al Sasso del Ferro) e soprattutto è stata completamente riprogettata l’area del lungolago e sono sorte un po’ ovunque ville private in stile Liberty. Il viale Porro, quello che collega il vecchio centro alla stazione Nord, è dunque relativamente “nuovo”, essendo stato aperto solo alla fine del XIX secolo.
Prima di allora, il centro vero e proprio di Laveno non si trovava sulle rive del lago ma su di un’altura leggermente più arretrata e meno esposta ad eventuali attacchi offensivi. Per capire le specificità di Laveno, bisogna anche accennare brevemente alle vicende garibaldine ed ai fortini costruiti in quel periodo. I fortini facevano parte di un sistema di difesa voluto dagli austriaci, presieduto dall’architetto militare Franz von Scholl. Gli edifici erano 5: Fortino di Cerro, Caserma, Arsenale, Forte Castello e Forte Nord (Blockhaus). Anche se resiste agli attacchi dei garibaldini, il sistema viene abbandonato nel 1859 per via delle frequenti incursioni da parte delle forze franco-piemontesi lungo tutto il lago.
A parte il Forte Nord che è stato praticamente raso al suolo, ed il Forte Castello, adibito a parco comunale ma oggi chiuso al pubblico, le altre costruzioni sono ancora visibili e sono le seguenti: il fortino di Cerro, che è stato restaurato e convertito in residenza privata, visibile solo dal lago, la caserma di S. Michele e l’ex Arsenale, oggi sede distaccata del Municipio.
Villa Monteggia Tarlarini (1908)
La villa si affaccia direttamente sul viale Porro, e cattura immediatamente l’attenzione dei passanti grazie al bel fronte ingentilito da decorazioni floreali e nastriformi. Mentre il giardino si sviluppa all’interno, il portico angolare che fa da ingresso, e tutto il lato lungo della costruzione, si fanno notare per la preziosità dei dettagli di cui sono composti. La villa si chiama così perché viene commissionata dalla famiglia Monteggia e passa poi in proprietà ai Tarlarini. Monteggia commissiona il lavoro al geometra Ettore Castiglioni di Intra, anche se la leggenda vuole che il disegno sia stato realizzato dall’ingegnere milanese Giulio Francesco Carminati, che ai tempi era un designer di grido negli ambienti dell’alta borghesia milanese. Sempre al geometra, si attribuiscono anche gli altri edifici che fanno angolo tra il viale Porro e la via Labiena.
Villa Bassani (1910)
Il progetto è di Giuseppe Sommaruga, uno degli esponenti dell’architettura Liberty in Italia più originali ed inventivi, noto soprattutto per avere progettato il ” futuristico” Hotel Palace di Varese. Tutto il gioco di forme curvilinee e triangolari, con tanto di “frecce” sul davanti che indicano gli oblò dell’abbaino, ha il suo apice nel tetto, sormontato da una ringhiera in ferro battuto, che completa l’insieme, alleggerendolo nel contempo.
Casa Terruggia (XIX secolo)
Di questa antica casa gentilizia non resta molto, a parte un bel porticato a tre archi con colonne di granito,che comunque lascia intuire ciò che è stato l’antico centro di Laveno, fatto da ville padronali e da numerosi caseggiati popolari, costruiti uno attaccato all’altro, anche per motivi di risparmio. Il porticato, che si raggiunge dalla via Roma dopo avere percorso un suggestivo pergolato, è come una quinta teatrale che accompagna i passanti dentro il cuore della vecchia Laveno, con la bella Piazza Fontana attorno a cui si dispongono edifici del XVII e XVIII secolo.
Casa Tinelli (XVII secolo)
La facoltosa famiglia Tinelli, di origini piemontesi, a Laveno era proprietaria della Torbiera di Mombello da cui veniva estratto il combustibile per le nascenti industrie locali. Sull’elegante portale in bugnato spicca lo stemma di famiglia. Questo edificio ha un giardino interno e comprende preesistenze più antiche, come lasciano pensare le torrette medievali che si intravedono dalla strada. Adiacente alla casa c’è una cappella-mausoleo di pianta ottagonale (XVII sec.)
Villa De Angeli Frua, ex Tinelli (XVIII secolo)
L’edificio dispone di due ingressi, uno dal lago e uno da Piazza Fontana. Mentre il fronte verso il centro storico si presenta lineare, incorporando anche altri edifici preesistenti, la facciata verso il lago è stata concepita come una cornice scenografica di sicuro impatto. Non a caso, la Villa è stata utilizzata fin dall’inizio dalla facoltosa famiglia Tinelli come sede di rappresentanza. Il fronte principale verso il lago si compone di una parte in bugnato e da tre archi di ingresso sovrastati da un ampio balcone rettangolare. Dal balcone verso piazza Fontana (più piccolo e più “democratico”!) Garibaldi nel 1862 fece il suo discorso alla popolazione di Laveno. La Villa è stata oggetto di un recente restauro nel 1997 a seguito del quale si sono insediati gli uffici comunali e la biblioteca civica.
Caserma S. Michele (1850)
L’edificio è stato adibito a diversi usi nel corso degli anni: da caserma degli austriaci è passata ad essere sede dei forni delle industrie ceramiche e luogo di ritrovo per i dopolavoristi e infine anche ricovero per senzatetto. Oggi è sede della sezione lavenese della Lega Navale Italiana. Faceva parte del sistema di difesa voluto dagli austriaci per difendere il Lombardo Veneto dagli attacchi degli indipendentisti piemontesi. Rivestita in mattoni a vista, ha blocchi di granito sugli angoli e sui riquadri delle aperture.
Ex Arsenale, Palazzo Civico (1878)
Costruito sui resti dell’arsenale austriaco, il Palazzo viene completamente ristrutturato e riorganizzato per ospitare gli uffici comunali a partire dal 1878. Lo schema a L aperto sul vicino porto è caratterizzato da un lungo portico a colonne, finestre in serie sul piano nobile, completate da due balconcini e da un fronte triangolare sul lato più lungo
Chiesa dei Ss. Giacomo e Filippo (XVII secolo)
Già nel XIII secolo si hanno notizie di una chiesa minore situata in questo posto, la chiesa attuale è però il risultato di lavori importanti che ebbero inizio nel Seicento. La facciata è in stile neoclassico ripartita in 4 lesene sormontata da frontone triangolare con cornici aggettanti. Ci sono nicchie con i santi ed il sagrato è in acciottolato tradizionale. Dobbiamo anche pensare che, fino all’Ottocento, al posto della via Roma scorreva il torrente Riale, e dunque la scenografia dell’insieme doveva avere tutt’altro impatto. Il campanile è di origine medievale, solo nel 1898 è stato innalzato e dotato di orologio.
Chiesa di S. Ambrogio (1933-40)
Detta anche “Chiesa Nuova”, si caratterizza soprattutto per la pianta centrale a croce greca con grosso tiburio di copertura al centro. Il corpo compatto e squadrato, in posizione elevata, decorato con grandi lunette esterne in cotto, fanno sì che la struttura, progettata dall’architetto Paolo Mezzanotte molto attivo nel Milanese, sia molto visibile e di forte impatto. Il panorama di Laveno ormai è caratterizzato da questa chiesa che conserva all’interno pregevoli affreschi di Innocente Salvini.