Monastero di Cairate, un labirinto nel passato: lasciatevi stupire!
Monastero di Cairate, un labirinto nel passato: lasciatevi stupire!
Il monastero di Cairate è una delle realtà architettoniche e artistiche più significative del Varesotto perché fu fondato in epoca longobarda e ancora oggi conserva testimonianze importanti del periodo alto medioevale, al pari di Castelseprio e del Monastero di Torba. Abbiamo realizzato una mappa emozionale per non perdersi nei meandri di questo luogo che è un vero e proprio labirinto nel passato.
Il Monastero è aperto il sabato e la domenica, ma occorre prenotarsi sul sito ufficiale: https://cairate.mycity.it/agenda-smart
Per visite infrasettimanali contattare direttamente Pro loco Cairate : 345.1018929 OPPURE
prolococairate@gmail.com
A chi vuole vedere Castelseprio e Monastero di Torba, che fanno capo ai tesori Unesco in terra varesina, consigliamo una visita anche a questo grandioso complesso restaurato di recente e situato nelle immediate vicinanze.
Chi arriva da Milano, ad esempio un sabato o una domenica mattina (il monastero di Cairate è aperto solo nel weekend), può visitare nel raggio di 5 km:
Castelseprio (dalla stazione Centrale di Milano dista 54,5 km), Monastero di Torba (da Castelseprio a Torba ci sono 3,3 km) , Monastero di Cairate (da Torba a Cairate ci sono 5,1 km).
Il Monastero è molto grande e articolato perché conserva le tracce di una storia lunga più di millecinquecento anni: vedrete di tutto e di più! Dalle cripte ai camini, dai sarcofagi agli affreschi agresti, dai loggiati ai muri di sbarramento, c’è davvero il forte rischio di uscire dal complesso senza avere chiara l’idea di che cosa sia successo lì dentro.
E allora, se vi capiterà di andare, il consiglio è di lasciarvi stupire da quello che vi capita sotto gli occhi senza pretendere di conoscerne la storia per filo e per segno. Già così, avrete colto lo “spirito” del Monastero di Cairate, quello di racchiudere una storia che si perde nella memoria dei tempi.
Ci sono diversi e bellissimi segni incisi, scolpiti, modellati o affrescati su cui soffermare la vostra attenzione, noi abbiamo voluto fare una mappa emozionale con i posti più significativi – per noi – del posto, sarà un po’ come avere cinque chiavi per aprire i forzieri della sua storia. A voi il compito di trovarne altri, magari con l’aiuto di una guida volontaria che vi condurrà personalmente a visitare il complesso.
►Eventi al Monastero di Cairate, centro delle iniziative della Pro Loco del territorio
Breve storia sul Monastero di Cairate
La leggenda riporta che il Monastero venne fondato dalla regina longobarda Manigunda nel 737, per onorare un voto pronunciato per ottenere la guarigione da una grave malattia. Il Monastero venne dedicato dalla regina alla Madonna, per la precisione a Santa Maria Assunta.
La regina Manigunda è realmente esistita? Gli studiosi non hanno trovato documenti che lo attestino, in ogni caso sembra che la leggenda dell’esistenza di questa regina sia nata nel Cinquecento, dopo il ritrovamento della tomba di una donna riccamente vestita. Ancora oggi c’è chi sostiene che il fantasma di Manigunda si aggiri per il monastero…
Nel corso dei secoli in ogni caso il monastero esisteva davvero, ed era anche molto importante perché oltre a possedere i due terzi di Cairate e ampi appezzamenti terrieri, era il solo a ospitare ben quattro mulini dove macinare il grano. A partire dalla fondazione e fino alla sua soppressione nel 1799, faceva capo alla giurisdizione del vescovo di Pavia, come l’abbazia di San Donato a Sesto Calende e la Chiesa di Sant’Agostino a Caravate. Durante il medioevo e il rinascimento, questi centri religiosi fungevano da centri di attività economiche, politiche e sociali ma avevano anche una funzione di controllo sui territori circostanti: per questo motivo erano riccamente decorati sia all’esterno che all’interno, ad indicare una sorta di “supremazia”, materiale e spirituale nello stesso tempo.
Mappa emozionale per visitare il Monastero di Cairate
1. Passate sotto l’arco trionfale
Non dobbiamo stupirci di trovare un portale ad arco nel bel mezzo della modernità di una piazzetta con tanto di segnaletica per i pedoni e bidoni per i rifiuti: in realtà tre secoli fa la strada era strutturata diversamente. Ecco: da qui si capisce che la realtà non è come sembra, non più, non adesso.
Ora, chi arriva a Cairate e parcheggia la macchina, si ritrova questo bellissimo portale costruito nel 1710, sormontato da una statua della Madonna affiancata da due angioletti, che suggerisce la presenza di qualcosa di importante senza però condurre direttamente ad essa.
2. Camminate sotto i portici del chiostro
Il chiostro originario era rinascimentale e ad un solo ordine, ma venne poi ampliato e rialzato di un piano nel Settecento per fare spazio ad un loggiato esterno che portava alle celle delle monache. Oggi lo si vede completamente ricostruito con quello che resta delle componenti originarie ovvero alcune colonne e capitelli in pietra arenaria di Viggiù e Saltrio. La differenza di datazione la si può intuire dalla differenza stilistica tra i due portici: ad arco a sesto acuto nel primo piano e a tutto sesto nel secondo piano. Anche se praticamente è stato ricostruito, può essere una bellissima cornice per le vostre foto, magari dei selfie romantici o simpatici con i vostri fidanzati e/o amici.
Ora tutto il primo ordine è stato chiuso da una vetrata continua che permette uno sfruttamento maggiore degli spazi sottostanti.
Dobbiamo pensare che, dalla chiusura nell’Ottocento e fino agli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, questi spazi erano di proprietà privata ed erano adibiti ad abitazioni civili: il porticato venne addirittura diviso a metà da un muro!
3. Chiedetevi: è meglio il padre o il figlio?
Anche la chiesa è stata oggetto di diversi rifacimenti, il più importante del quale ha comportato verso la fine del Cinquecento la suddivisione della chiesa in due ambienti divisi (dopo il Concilio di Trento 1545 – 1563 in tutte le chiese frequentate dalle monache vennero realizzati ambienti riservati a loro) e la realizzazione di un grande ciclo di affreschi sulla Vita della Vergine, sulla navata centrale ad opera della bottega di Aurelio Luini, figlio del più noto Bernardino Luini.
Molti milanesi sicuramente conoscono Bernardino Luini per avere affrescato la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore a Milano. Qui c’è un particolare della Cappella Besozzi.
L’affresco più importante a Cairate, del figlio, raffigura l’Assunzione della Vergine ed è del 1560. Considerate che in passato questo posto deve aver fatto da ricovero ad animali, soldati, ecc. ecc. per questo motivo l’affresco è molto rovinato, tuttavia si può cogliere la grazia decorativa dell’insieme. Guardate ad esempio i festoni di frutta e di fiori come ingentiliscono le figure dei profeti, oppure certi dettagli di arredo nelle scene della vita della Vergine, come il baldacchino del letto o i vestiti “alla moda” delle ancelle: sacro e profano si mescolano con una grazia che è la stessa di quella del padre Bernardino Luini.
4. Alzate gli occhi per vedete i giaguari e i liuti tra i putti
Nel lato orientale del complesso si trovano le stanze più antiche del monastero, come il vecchio refettorio e la sala capitolare, entrambi costruiti con una tecnica muraria sopraffina; alcune di queste conservano antichi soffitti di legno.
Un’altra stanza da visitare è la cosiddetta Stanza della Musica, camera della Badessa Antonia Castiglioni, che presenta un fregio che corre lungo tutta la parte alta a bordare i cassettoni del soffitto su cui sono affrescati putti, animali esotici, armi e strumenti musicali.
5. Chiudete gli occhi: sentite anche voi la presenza del fantasma di Manigunda?
Prima di un Monastero, questo posto è stato tante altre cose.
Durante gli scavi sono stati scoperti:
- un granaio che testimonia l’esistenza di una “villa rustica” dove si conservavano cereali e legumi
- una necropoli con diverse tombe, tra cui il cosiddetto “Sarcofago di Manigunda” – in realtà molto più prosaicamente il sarcofago deve essere stato di una nobile donna romana
- un oratorio funerario contenente le sepolture di individui di sesso femminile (sono stati trovati scheletri femminili in posizione seduta all’interno di una cripta, secondo una pratica chiamata tanatometamorfosi “scolatura dei corpi” molto più frequente nel meridione d’Italia)
- diverse epigrafi, tombe, utensili, vasellame – la maggioranza di questi reperti è ora conservata al Museo di Gallarate e al Castello Sforzesco di Milano
Tra i vari frammenti decorativi, ancora oggi si può vedere un bassorilievo – datato tra l’XI e il XII secolo – con due colombe che si abbeverano ad un càntaro, disegnate in modo sorprendentemente “moderno” . Il bassorilievo fu trovato incastonato tra i gradini di una scala interna al Monastero !
(fonte: http://www.motografo.it/tag/chiostro/).