Il Circolo chiuso di Coe, il titolo dato al libro che è dichiaratamente la continuazione de La banda dei brocchi, con i medesimi protagonisti che tornano, a distanza di vent’anni, a vedersi e a confrontarsi, è anche, a tratti, un vero e proprio “circolo vizioso”.
Sì, perché Benjamin, Paul e Lois Trotter sono cresciuti, si sono sposati ed hanno una vita tutto sommato soddisfacente, e però sono inquieti. C’è qualcosa che non quadra. Ed il rivedere i loro ex compagni di scuola non fa che alimentare la loro inquietudine. C’è qualcosa di stonato e di torbido, in questo passato che ritorna, nei momenti meno prevedibili, a bussare alla porta. A volte è il passato che irrompe, non invitato, nelle case altrui, e a volte invece è richiesto ed accolto di buon grado, ma al momento dei saluti c’è ancora un senso di vuoto e di irrisolto che permane. Questa è la sensazione che provo nel leggere il libro, e devo ammettere che, arrivata alle ultime pagine, sono stata ben contenta di salutare i personaggi e di lasciarli alle loro magagne, per quanto un po’ mi ci fossi affezionata.
Benjamin Trotter, l’”eroe” (come li intende Coe) indiscusso della Banda dei Brocchi, appare questa volta come un personaggio un po’ in sordina, sottotono. Sembra non avere combinato nulla di buono nella vita, non ha mai concluso il suo libro né è riuscito a coniugare musica e parole come si riprometteva di fare. Gli va bene che alla fine trova sfogo alla sua ossessione (si si ok era l’amore della sua vita…).
Malvina, l’unico nuovo personaggio della banda dei Brocchi, ormai invecchiati e anche parecchio disillusi, giovane, bella, e piena di energie, sembra rappresentare, proprio per le sue caratteristiche di “novità”, acqua fresca di montagna, nel deserto di progetti e di ideali che caratterizza invece gli altri, specchi della società britannica degli anni odierni che sembra non scomporsi di fronte alle efferatezze del governo Blair filoamericano dopo il tragici fatti dell’11 settembre 2001.
Frasi memorabili @ della rispettiva casa editrice
“Perché ti serve una consulente mediatica?” “Perché non posso fare a meno dei media ma non li capisco. Tu invece sì. E potresti essermi davvero utile. Potresti fungermi da cuscinetto, o da condotto, tra…” Non finì la frase e Benjamin borbottò: “Significano due cose opposte”. Paul e Malvina lo guardarono entrambi – era la prima volta che apriva bocca in venti minuti – e lui procedette a spiegare: “Cuscinetto e condotto. Significano due cose opposte. Non puoi essere un cuscinetto e anche un condotto”. “Ma non hai sentito?” disse Paul. “Le parole possono avere il significato che vuoi tu, nell’era dell’ironia.”
CIRCOLO CHIUSO (The closed circle) Jonathan Coe Traduzione di Delfina Vezzoli
Feltrinelli 2005 (1 ed. inglese 2004)
pp. 403
Genere | romanzo |
Citazioni musicali | The High Llamas – High On The Chalk; Henry Cow – Upon Entering The Hotel Adlon; Cole Porter – I Get a Kick out of You; Introduzione e allegro di Ravel; Sex Pistols – Anarchy in the Uk |
Ambientato | Birmingham e dintorni, Monaco, Lucca, Norfolk, Monastero di Saint Wandrille Yvetot (Bretagna), |
In poche parole | Illuminante…quarantenni, inseguite i vostri sogni! |