Parliamo di tredici racconti scritti per il settimanale New Yorker tra gli anni ’20 e ’30, che hanno come denominatore comune gli eventi mondani a cui la scrittrice prendeva parte con assiduità.
C’è da scommettere che molti dei personaggi ritratti in maniera ferocemente ironica nel libro siano esistiti davvero. Ai ricevimenti vanno e vengono manager talentuosi brillanti e vuoti, coppie annoiate e col vizio dell’alcool, single imbarazzate e snob, esemplari di varia umanità che la Parker riesce a congelare in personaggi risibili con un linguaggio icastico ed una sintassi agile, dal ritmo giornalistico. I personaggi parlano tra di loro spesso riportando conversazioni avute con terze persone: così, orecchiando tra le confidenze altrui, al lettore medio (non solo newyorkese) è offerta l’opportunità di ridere con spregio di quel mondo a lui così lontano.
Frasi memorabili @La Tartaruga Edizioni
Dal racconto “Uomini che non ho sposato”
A volte (Henry, ndr) penso che si sia prefisso di lasciare questo mondo migliore di come l’ha trovato. Però non s’immischia mai negli affari degli altri. Solo a cose fatte ti spiega come, secondo lui, avresti dovuto fare.
Dal racconto: “La giarrettiera”
Eccomi qui, una povera orfana sola, bloccata tutta la serata a quest’orribile ricevimento dove non conosco un’anima e ora ci mancava pure che la giarrettiera mi mollasse (…).
Dal racconto: “Una certa signora”
Fino a quando non ha assolutamente eliminato ogni traccia di personalità, Mrs Legion ritiene di non essere abbastanza alla moda per presentarsi in pubblico.
Uomini che non ho sposato
Dorothy Parker
Traduzione di Ileana Pittoni
La Tartaruga edizioni, Milano, 1995.
154 pp.
Genere | racconti |
Citazioni letterarie | – |
Citazioni musicali | – |
Ambientato a | New York negli anni ’20 e ’30, quelli del charleston e del proibizionismo |
In poche parole | anche il gossip può diventare letteratura |