Santuario di Saronno, scrigno del rinascimento lombardo

Santuario di Saronno, scrigno del rinascimento lombardo

Un po’ di storia e di fotografie del Santuario Beata Vergine dei Miracoli a Saronno, bellissimo dentro e fuori, rappresentativo del rinascimento lombardo in terra varesotta.
Vi si coglie l’ispirazione a Leonardo da Vinci e Raffaello nei lavori di Bernardino Luini, Gaudenzio Ferrari e Andrea da Milano, prima di tutti gli altri.

A Saronno c’è un santuario mariano che è un autentico scrigno contenente capolavori preziosi e raffinati del periodo rinascimentale lombardo.

Che la chiesa sia importante, il visitatore lo intuisce fin da lontano, ad esempio dalla raffinata lavorazione del campanile che si impone da lontano in tutti i suoi 47 metri di altezza, opera di Paolo della Porta e preso ad esempio per altri campanili della Lombardia.

Campanile e tiburio del Santuario di Saronno

Il tiburio da cui svetta la cupola non è da meno, opera del pregiato architetto Amadeo che firma altri progetti a Milano, caratterizzati da eleganza e rispetto di precise regole matematiche. La Chiesa, che in origine doveva avere una sola navata centrale, già a metà costruzione venne ampliata con l’aggiunta di altre due navate laterali. Per porre termine alla costruzione, all’inizio del Seicento fu necessario l’intervento di Carlo Borromeo, che sollecitò la prosecuzione dei lavori chiamando a realizzare la facciata il suo fedele collaboratore Pellegrino Tibaldi.

Il bel tiburio del Santuario di Saronno
Facciata del Santuario di Saronno

Oltre al ciclo di affreschi di Bernardino Luini,  che compone l’aspetto più interessante dell’intero complesso (guarda la Gallery), nel Santuario si possono vedere le scenografiche sculture in legno, a grandezza naturale, di Andrea da Milano. Statue policrome di analogo genere, di lì a poco, avrebbero affollato le cappelle dei vari Sacri Monti costruiti nei dintorni (a Varese così come a Varallo).

Cenacolo di Andrea da Milano
Deposizione di Cristo di Andrea da Milano

In accordo con i dettami di San Francesco, l’arte doveva favorire l’immedesimazione del fedele con la vita di Cristo, ed in effetti nelle composizioni dello scultore c’è uno spiccato gusto per la teatralità e per il coinvolgimento. C’è chi riscontra più di una analogia tra il suo gruppo ligneo del Cenacolo e quello affrescato, negli stessi anni, da Leonardo da Vinci a Milano nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Si può dunque affermare che l’Ultima Cena di Andrea da Milano sia la più vicina riproduzione tridimensionale dell’opera leonardesca.

Leggiamo un po’ di storia del Santuario di Saronno…

(testo riprodotto su di un pannello interno alla Chiesa) Basilica romana minore – Importante centro di culto mariano e di riconciliazione – Insigne opera d’arte.

Il santuario venne eretto dopo la guarigione miracolosa di un giovane saronnese, di nome Pedretto, concessa dalla Madonna della Strada Varesina, attorno al 1460. Dopo la costruzione e la rovina successiva di tre piccoli oratori, l’8 maggio 1498 fu posta la prima pietra per la costruzione del Santuario. Il progetto della parte rinascimentale e del tiburio è di Giovanni Antonio Amadeo, che ne diresse la costruzione (1505). Il campanile è opera di Paolo Della Porta eretto tra il 1511 e il 1516. Nel 1556 iniziarono i lavori per l’ampliamento del Santuario con la navata centrale e le due laterali su cinque campate secondo il progetto di Vincenzo Seregni Dell’Orto (1556), che fu pure il direttore dei lavori sino al completamento della terza campata. La prosecuzione delle altre due fu diretta da Pellegrino Tibaldi che disegnò nel 1578 la maestosa facciata. La sua costruzione iniziò nel 1593 sotto la direzione di Lelio Buzzi e del saronnese Jacopo Borroni e si concluse nel 1613. Il piccolo campanile delle ore è datato 1594.

Bernardino Luini Natività 1525
Gaudenzio Ferrari Concerto degli Angioli 1535
Bernardino Luini Lo sposalizio della Vergine 1525

La decorazione interna inizia con Bernardino Luini (1525) che nel presbiterio affrescò, sulle pareti laterali, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio, nella parte alta gli Evangelisti e quattro Dottori della Chiesa, nell’abside due angeli serventi e due sante, nell’antipresbiterio lo Sposalizio della Vergine Maria e la Disputa tra i Dottori. Ritornò nel 1531 per dipingere i quattro santi tra le lesene della parte bassa del vano della cupola. L’opera del Luini ha tra l’espressione più alta della pittura del Cinquecento. Il grande affresco della cupola (130 mq) è opera di Gaudenzio Ferrari (1535) e raffigura il Paradiso che accoglie festante l’Assunta. Nel grande dipinto sono raffigurati 86 angeli cantanti e musicanti con 50 strumenti dell’epoca, 30 puttini che danzano intorno al busto del Padre Eterno che accoglie la Vergine. È un’opera di grandissimo valore a cui si sono ispirati tanti artisti. Altri pittori lavorarono in Santuario: Cesare Magni che dipinse due santi (1534), Bernardino Lanino con le vele della cupola (1545), Camillo e Giulio Cesare Procaccini con i quadri (1596), il saronnese Stefano Maria Legnani, il Legnanino, con gli affreschi sulle pareti degli altari delle navate laterali (1706). I fregi e le decorazioni sono di Alberto Melegutti da Lodi (1525-1535). I due gruppi di statue dell’Ultima Cena e del Compianto sono opera di scultura di Andrea da Milano (1529-1531) nelle cappelle laterali del vano cupola. Operarono pure gli scultori Giulio Oggioni (1535), Tomaso Bossi (1573), Gerolamo Prestinari (1598). Nel piazzale il Battistero con il grande bassorilievo di Pompeo Marchesi (1820), raffigurante la Deposizione dalla Croce e, nel chiostro grande, la bella Natività di Bernardino Luini (1525) e l’ingresso al museo-quadreria del Santuario.