Parco di villa Toeplitz, angolo d’Oriente
Parco di villa Toeplitz, angolo d’Oriente
Si ispira agli antichi giardini degli imperatori mongoli il parco di Villa Toeplitz di Varese, costruito negli anni ’20 per volere della moglie polacca del banchiere Toeplitz. Architetture in stile eclettico sono immerse in un grande giardino di otto ettari dove si possono ammirare tanti alberi monumentali.
Il Parco è di proprietà comunale e si può visitare tutto l’anno, gratuitamente, e comprende spazi ombrosi per godersi il fresco nelle giornate estive e giochi per i bambini più piccoli, ma a fare la differenza è la poderosa opera di ingegneria idraulica che caratterizza il contesto, con scalinate, fontane e giochi d’acqua che lasciano a bocca aperta tutti i grandi e piccoli visitatori.
Il parco è di stile eclettico, così come gli edifici esistenti (la villa padronale, la villa residenziale e la portineria) e si alternano di continuo spazi liberi con sentieri sinuosi e alberi esotici a boschi misti nelle zone più periferiche e giardini all’italiana in prossimità degli edifici.
Su tutto, a pochi passi dall’ingresso, domina la scenografica scalinata in porfido rosso che porta al Belvedere in cima alla collina, caratterizzata da un lungo canale centrale gradonato dove l’acqua scorre creando infinite piccole cascate, intervallato da fontane circolari in mosaico azzurro e marmo grigio di Carrara.
Il progetto del Parco di Villa Toeplitz
La Villa con il parco annesso vennero acquistati nel 1914 da Giuseppe Toeplitz, fondatore della Banca Commerciale Italiana, che aveva scelto Varese, come altri professionisti del tempo che lavoravano a Milano, per riposarsi e godere del clima e della tranquillità nei mesi estivi. Erano gli anni della Belle Epoque in cui Varese era considerata una prestigiosa località turistica e in cui vennero costruiti molte ville Liberty soprattutto nel quartiere di Sant’Ambrogio, alle pendici del Sacro Monte.
Anche il Toeplitz scelse dunque Varese per trasformare in realtà uno dei sogni dell’amata moglie, Edvige Mrozowska, che nel corso dei suoi frequenti viaggi in Oriente era rimasta ammaliata dai giardini moghul dell’imperatore mongolo Babar, Shalimar-Bag e Nisha-Bag, veri e propri paradisi in terra. Nei giardini moghul scorreva copiosa l’acqua, fonte di vita e specchio di luce, dentro canali artificiali, ed erano inserite tutte le risorse naturalmente fonte di piacere: alberi diversi per i loro fiori e i loro frutti e la loro semplice ombra e uccelli per il loro canto melodioso.
Attenendosi alle indicazioni dei Toeplitz, arrivarono appositamente da Parigi i giardinieri e gli architetti più esperti per realizzare il progetto, che venne portato a termine nel 1928, il quale prevedeva tra l’altro l’uso dell’acqua del vicino Monte Martica.
Negli stessi anni, sempre per volontà di Donna Edvige, venne costruita una Cappella e anche un piccolo osservatorio astronomico nella torretta della villa.
La villa, costruita nella zona orientale del parco con una vista panoramica sulla Valle dell’Olona, è caratterizzata da uno stile tipicamente eclettico con elementi rinascimentali mescolati a elementi liberty e rococò, come era nel gusto dell’epoca.
La Villa rimase di proprietà dei Toeplitz fino agli anni ’50, passò poi di proprietà ai fratelli Mocchetti di Legnano e infine nel 1972 venne venduta al Comune di Varese, che ha aperto il parco al pubblico e recentemente ha assegnato gli interni all’Università dell’Insubria.
►Gli alberi più belli del Parco di Villa Toeplitz (fotografie e planimetria)